RICORDO DI GIUSEPPINA PROMIO

Da quando Giuseppina è mancata ho ripensato spesso ai primi ricordi  di lei.

Erano i primi anni Duemila ed io entravo nel mondo sconosciuto del volontariato cottolenghino, in un laboratorio di cucito (non sapevo cucire), al Sant’Elisabetta.
Mi chiedevo come avrei potuto essere utile in quell’ambito. Col tempo ho capito.
Già dai primi giorni, orientandomi tra quei visi sconosciuti, ho incontrato il sorriso aperto e sereno di Giuseppina. Una presenza discreta ma molto empatica.
Nell’omelia funebre Don Paolo Boggio ha tratteggiato bene la sua essenza, un piccolo seme che cade senza far rumore sulla terra per poi germogliare e dare molti frutti.
Lei, senza invadenza, accoglieva le tue attenzioni e le ricambiava trovando sempre il lato positivo dello scorrere della vita, senza lamentarsi mai di nulla e allacciando quel filo che si è dipanato negli anni.
Questo filo si è interrotto solo quanto ci ha lasciati, silenziosamente, come un angelo che torna tra gli angeli, lasciandoci un insegnamento grande: accogliere la vita che ci viene donata con gioia e gratitudine, sempre pronta a donarci un sorriso luminoso.

Franca Sacchetti Marangoni

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